QUANDO REGALI LA MIMOSA DONI UNA PAGINA DI STORIA FIRMATA DA TRE DONNE
8 marzo 1946, Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei scelgono la mimosa come simbolo della Giornata Internazionale della Donna. Un fiore composto da tanti piccoli pallini tra loro uniti. Unità è la parola d’ordine, il traguardo di un percorso difficile e travagliato al quale queste donne tenaci sono arrivate senza voltarsi indietro.
La celebrazione della “giornata internazionale della donna” non è conseguente a questo evento bensì risale al 1910, ed è stata frutto della mente di Clara Zetkin, a Copenaghen durante la Conferenza internazionale delle donne socialiste. Pertanto, l’8 marzo nasce come giornata di lotta internazionale a favore delle donne. Una data che serve per ricordare non solo le conquiste in ambito politico, sociale ed economico, ma soprattutto le discriminazioni e le violenze cui tuttora la donna è soggetta.
A mio parere l’8 marzo non è tanto un giorno per festeggiare, è un’occasione per riflettere e pregare.
Io rifletto sulla condizione delle donne che non possono parlare né vestirsi come vorrebbero perché obbligate a coprirsi dalla testa ai piedi lasciando liberi solo gli occhi. Le donne maltrattate e uccise, le donne sfruttate e vendute. Le bambine private dell’infanzia, le bambine che non possono studiare e che sono promesse spose a un marito sconosciuto. Le donne che si caricano sulle spalle bambini e anziani e fuggono dall’atrocità della guerra. Le donne ferite nel corpo o nell’anima.
Allora, io decido di celebrare la “festa della donna” con una preghiera di Papa Giovanni Paolo II.
Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di un’esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.
Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.
Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.
Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l’indispensabile contributo che dai all’elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del mistero, alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.
Gazie a te, donna-consacrata, che sull’esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all’amore di Dio, aiutando la Chiesa e l’intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta, che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.
Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani.