Il piatto preferito di Imma Venturo cucinato dalla nostra art chef Cristina Landi!
IMMA VENTURO soul e life style coach delle donne
Facciamo un po’ di storia .
A sasicc è a mort d’o friariell“, recita un antico detto napoletano.
Come ormai sapete, mi dirigo subito verso quella che probabilmente è la teoria più veritiera: si racconta che l’unione di questi due ingredienti nasca dall’idea di un ambulante che, non avendo un contorno da abbinare alla salsiccia di maiale, decise di provare le amarissime cime di rapa a foglia verde che crescono nel Vesuvio.
I friarelli
Parte del gustoso e famoso saltimbocca, avrebbe avuto origine nell’epoca borbonica. Un tempo, i friarelli – infiorescenze non ancora aperte delle rape – venivano prodotti solo a Napoli, precisamente sulle colline di Posillipo e del Vomero. Quest’ultimo, prima di divenire centro urbano, quartiere d’elitè, ovvero la “Napoli bene”, venne proprio soprannominato “a cullina de Frijarielle”. Aggiungo che a Posillipo, dove c’ho lasciato il cuore, ho mangiato la pizza più buona in assoluto a la Pizzeria da Cicciotto, Marechiaro.
Esistono due teorie riguardo a loro nome. Una, deriverebbe dal castigliano “frio-grelos” (broccoletti invernali), l’altra dal verbo napoletano “frijere” (friggere). Comunque sia, nascono come ricetta delle famiglie povere. Si racconta che le donne del popolino “le zandraglie” si mettessero fuori e sotto alle cucine del Palazzo Reale per contendersi gli scarti di cibo gettati via. Tra questi c’erano anche le cime della rapa, considerate dai cuochi reali non soddisfacenti per le bocche dei nobili.
Come li cucinavano?
Venivano “ammonnati”, cioè mondati delle parti non adatte alla frittura, lavati e, ancora bagnati, gettati in padella insieme allo strutto (“a nzogna”), l’aglio, il sale e il peperoncino rosso piccante.
Il punto di vista nutrizionale
Per un discorso di tossicità alimentare, si consiglia di non friggere i friarelli nello strutto ma nell’olio extravergine di oliva. Lo strutto è meno stabile alle alte temperature della frittura. Ricchi di sali minerali, i friarelli contengono alte concentrazioni di potassio e calcio.
Si può mangiare il saltimbocca con friarelli, salsiccia e provola?
Si può consumare ma non abusare! Anche se di derivazione povera, il piatto è ricco in nutrienti:
- i friarelli sono fritti, hanno assorbito parte dell’olio della cottura perciò ricchi di grassi (trigliceridi)
- la salsiccia è un salume, un alimento con elevate quantità di grassi (soprattutto colesterolo) e sale
In condizioni “normali”, consiglio di consumare i ” saltimbocca con friarelli, salsiccia e provola” al massimo una volta a settimana e in una giornata bilanciata in nutrienti, al fine di non accumulare troppi grassi e sale. Non dimentichiamo, però, di abbinarci un ottimo vino – magari un Cabernet toscano – e una piacevole camminata!